Tradición, familias y poder en Sicilia (siglos XVIII-XX)
- Nocella, Pier Luigi
- José Ignacio Ruiz Rodríguez Director
Defence university: Universidad de Alcalá
Fecha de defensa: 18 September 2006
- Jaime Contreras Contreras Chair
- Antonio Martínez Ripoll Secretary
- Francisco Chacón Jiménez Committee member
- Francesco Manconi Committee member
- Alfredo Alvar Ezquerra Committee member
Type: Thesis
Abstract
Lo sviluppo della tesi si è modificato durante la ricercha di un modello di famiglia aristocratica siciliana che doveva essere il caso concreto, l’esempio necessario, per spiegarne le scelte interne e le strategie esterne, durante i cambi dinastici che si producono nell’isola nei secoli XVIII e XIX; osea: le scelte matrimoniali, i cambi di residenza, le modificazioni delle strutture del proprio nucleo e le strategie come: le relazioni sociali e con le strutture di potere. La modifica si deve ad aver identificato un modello con molta storia anteriore al diciottesimo secolo: la famiglia FARDELLA stabilitasi in Sicilia nel secolo XIII, che abbiamo potuto seguire nella genealogia ed in alcune vicende rilevanti da allora fino all’attualità. Si ampliavano così i limiti della ricerca e gli obbiettivi della analisi. Abbiamo rintracciato documenti relativi a numerosi esponenti della casata oltre che negli archivi Siciliani (di Palermo e Trapani) e in quelli Spagnoli (Archivo Histórico Nacional y Archivo de Simancas) e in quello di Vienna (Staatarchiv).La documentazione, abbastanza ampia e senza grandi interruzioni temporali, è però erratica e spesso priva di concatenazione tra i vari documenti. Alcune notizie bibliografiche su personaggi rilevanti del lignaggio e gli antichi testi d’araldica, ci hanno aiutato nella ricostruzione della storia familiare. Il principale problema che abbiamo incontrato è stato dare continuità “storica” alle varie notizie, e relazionare fra loro, per esempio, un contratto matrimoniale, un testamento, o la concessione reale di un privilegio, spesso ottenuti da personaggi diversi e in diversi periodi. Per farlo abbiamo cercato di fornire alla monografia sulla famiglia una base teorica dove documenti e notizie potessero essere letti alla luce delle particolarità siciliane durante le diverse epoche. Questa parte teorica è stata divisa in tre. La prima è relativa allo stesso concetto di famiglia e ricorda succintamente l’evoluzione della storiografia al riguardo, iniziando dai primi studi di Le Play nel secolo XIX, per passare a quelli di Laslett che, un secolo dopo, ha rilanciato le ricerche storiche sui modelli familiari. Di seguito ci occupiamo delle nuove tendenze storiografiche e dei i diversi approcci allo studio dell’istituto familiare. Nella seconda , segnaliamo le possibili influenze che i distinti modelli familiari proposti dalle tante dominazioni che si sono succedute nell’isola, hanno potuto avere nello sviluppo della “nostra” famiglia. Inoltre riferiamo alcuni dei più recenti studi sulla famiglia italica. L’ultima parte centra il suo interesse sulla stessa isola, cominciando dal contesto geografico, passando poi ad individuare gli eventi storici e gli avvenimenti sociali che hanno contribuito a determinare il quadro generale dentro il quale si è mossa, dal secolo XIV a XIX, la famiglia Fardella oggetto della seconda e principale parte di questo studio. Questa famiglia, secondo un’antica non documentata tradizione, accolta però da un “privilegio” dell’Imperatore Carlo VI (1734) discende dai Conti Quernfurt, di origine germanica, trapiantati in Sicilia agli inizi del secolo XIII. Dopo alcune notizie (non provate) sui primi esponenti residenti nell’isola, i primi documenti, senz’altro autentici,che li riguardano risalgono all’ultimo anno dello stesso secolo quando Lancillotto Fardella ottiene una pensione vitalizia dal Re Federico III. Finalmente, iniziamo con Antonio Fardella “Miles” (primo gradino della scala della nobiltà), vice ammiraglio, e autentico patriarca di tutto il lignaggio, a seguire: le vicende umane di tutti i primogeniti capofamiglia della linea principale, fino all’estinzione di questo ramo alla fine del XVII secolo. Abbiamo potuto ricostruire, di ciascuno di questi eredi universali dei titoli e dei beni, un profilo biografico (matrimoni – figli – decesso) con alcune notizie sulle loro attività econmiche e sociali, oltre che segnalare la loro partecipazione alla vita politica cittadina e in qualche caso alla più significativa storia politica siciliana. È il caso di Giacomo che nel 1516 difende il Vicerè Moncada avversato da una parte maggioritaria dei sudditi siciliani e nella guerra civile che ne seguì vide bruciare le sue case e segnatamente la torre che ne costituiva l’elemento principale, che da allora divenne il simbolo (la torre in fiamme) del cimiero della casata, sormontando l’antico blasone rosso a tre fasce d’argento. La protezione e gli indennizzi dell’Imperatore Carlo V, che i Fardella ricevettero dopo quest’episodio, fu decisiva per le fortune della casata .Questa arrivò, quattro generazioni più tardi, ad ottenere il titolo di Principe, il nono del Regno di Sicilia ed a diventare signori di Vassalli dell’importante borgo di nuova fondazione che ricevette il nome di Paceco, in onore della sposa spagnola del Principe Placido, discendente dalla nobilissima famiglia Pacheco, Mendoza, Figueroa, Guzman. Quando il ramo principesco si estingue con Maria Fardella Gaetani, che sposa un Sanseverino di Bisignano primo titolo del Regno di Napoli, gli altri rami della famiglia con titoli nobiliari minori proseguono, a Trapani ed a Palermo, un’esistenza meno vistosa ma comunque da grandi proprietari terrieri e da burocrati di Corte. Di tutti rami ci occuperemo con la stessa metodologia utilizzata prima: seguire le vicende dei primogeniti o dei capofamiglia. L’esame della storia della famiglia Fardella viene completata con tre altri capitoli. Ci occuperemo infatti delle vicende giuridiche e politiche legate alla fondazione di Paceco;.del sentimento religioso molto sviluppato presso alcune generazioni di Fardella,di alcuni dei quali è iniziato il processo di beatificazione, ed infine proponiamo il profilo di 16 personaggi ultrogeniti della prosapia, che si sono particolarmente distinti in attività così diverse come la filosofia, il mecenatismo, o il patriottismo durante il Risorgimento italiano. Infine, alcune reflessioni sulla capacità di sopravvivenza del lignaggio chiudono il lavoro.